sabato 20 novembre 2021

Alla deriva

Per la tappa di Novembre della #ReadChristie2021 ho già letto Poirot e la strage degli innocenti, una lettura che, essendo a tema, mi ha intrattenuto durante i giorni immediatamente precedenti ad Halloween.

Il tema della tappa prevede la lettura di una storia ambientata dopo la seconda Guerra Mondiale, quindi ho deciso di leggere anch'io, come @radicalging, @istantanea_di_un_libro e @sister.books, Alla deriva, pubblicato nel 1948.

Devo ammettere che questo romanzo non mi ispirava per niente. L'avevo già letto anni fa ma purtroppo (o forse per fortuna) non ricordavo nulla, quindi in realtà non so dire perché fossi dubbiosa.

Anche perché quest'opera contiene tutti gli elementi che preferisco in un romanzo giallo, ovvero un piccolo paesino inglese, una cerchia ristretta di persone possibilmente imparentate fra loro, una grande casa, un bel delitto, anzi possibilmente più d'uno, e un detective che indaga sui fatti aiutando la polizia (e che detective!).

Alla deriva racchiude tutto ciò. Infatti ci troviamo a Warmsley Vale, un paese incastonato fra i boschi a 40 km da Londra. Qui vivono i Cloade, parenti del ricco Gordon Cloade, che hanno sempre fatto affidamento sulle sue ricchezze senza preoccuparsi troppo del futuro: i fratelli di Gordon, Jeremy, avvocato, e Lionel, medico, con le rispettive mogli, Frances e Kathie, la sorella Adela Marchmont, vedova, con la figlia Lynn, e Rowley Cloade, nipote di Gordon e fidanzato di Lynn.

Ma ecco che la vita di tutti viene scossa da una notizia: Gordon si è appena risposato con Rosaleen Underhay, una giovane vedova incontrata sulla nave che lo riportava a New York dal Sud America. Questa novità, secondo le intenzioni di Gordon, non avrebbe intaccato i rapporti con i parenti. Purtroppo però, il giorno seguente al rientro in Inghilterra con la giovane sposa e il fratello di lei, David Hunter, Gordon rimane ucciso in un bombardamento che distrugge la sua residenza a Londra. Rosaleen e il fratello sopravvivono alla disgrazia e si stabiliscono a Furrowbank, la residenza che Gordon ha fatto costruire a Warmsley Vale.

La tragedia sconvolge la famiglia Cloade, soprattutto a livello economico. Infatti nessuno di loro si era preoccupato di fare economia, nessuno si era dato pensiero per il futuro poiché Gordon avrebbe pensato al loro avvenire.

Purtroppo però il testamento redatto prima del matrimonio in favore dei parenti non è più valido e sfortunatamente non c'era stato il tempo di redigerne un altro dopo il matrimonio, così tutti gli averi di Gordon ora appartengono a Rosaleen. E tutti i Cloade sono a corto di denaro.

Sembra che la risposta alle preghiere di tutti sia l'arrivo in paese di uno sconosciuto che prende una stanza allo Stag, Enoch Arden. Pare infatti che si tratti del primo marito di Rosaleen, Robert Underhay, ufficialmente morto in Africa.

Se fosse veramente lui cambierebbe tutto, perché questo significherebbe che Rosaleen non sarebbe stata libera di sposare Gordon e il matrimonio non sarebbe da ritenersi valido, con tutto quello che ne consegue.

Ma l'uomo viene trovato morto nella sua stanza d'albergo, col cranio sfondato. Chi è stato ad ucciderlo? Ma soprattutto si tratta davvero del primo marito di Rosaleen? Lei giura di no, ma certamente avrebbe ogni interesse a mentire se si trattasse veramente di Robert Underhay. Serve qualcuno per un confronto, un vecchio amico di Underhay, così Rowley decide di rivolgersi a Poirot.

Ecco che finalmente fa il suo ingresso in scena il detective, quando ormai siamo a metà della lettura. Questa volta Poirot si fa un po' imbrogliare, ma non è che un astuto trucco della Christie per imbrogliare il lettore in realtà, perché c'è un indizio talmente evidente che il povero lettore non può non vederlo (persino io l'ho notato subito e mi sono fatta delle domande), ma dal momento che Poirot non lo prende in considerazione, la conclusione logica è che non sia affatto importante. Salvo poi, 60 pagine dopo, ecco Poirot ripensare a quel particolare ed esclamare "Santo cielo, mi piglierei a pugni per non averlo notato all'istante!".

Alla fine questa lettura mi è piaciuta molto, per la prima metà sembrava quasi una tipica storia con Miss Marple. Anzi, data l'atmosfera raccolta di Warmsley Vane, Miss Marple sarebbe stata perfetta, anche se io ho un debole per Poirot.

E voi avete letto Alla deriva? Cosa ne pensate?



martedì 16 novembre 2021

Gli inconsolabili

Mi sono accostata alla lettura di Ishiguro con il suo ultimo romanzo, Klara e il sole che ho adorato e a quel punto ho deciso di leggerne anche altri.

Con un po' di ritardo vi parlo del libro della tappa di settembre di #leggendoishiguro organizzato da Sara, ovvero istantanea_di_un_libro: Gli inconsolabili, del 1995.

Si tratta dell'opera che mi ha colpito di più, e che secondo me è il più rivelatore dello stile di questo autore, che inizialmente mi ha confusa, poi mi ha incuriosita e alla fine mi ha fatto apprezzare maggiormente un autore così particolare.


La storia prende il via con l'arrivo di un musicista di fama internazionale, il signor Ryder, nell'albergo di una grande città dell'Europa centrale dove deve tenere un grande concerto

Ma fin dal suo arrivo si accorge di non avere chiaro il quadro della situazione, troppi dettagli gli sfuggono, non ricorda nemmeno cosa prevede il programma del suo soggiorno. Inoltre sembra che tutti si aspettino da lui interventi importanti su ogni ambito della vita cittadina, mentre Ryder sembra quasi non afferrare quello che gli capita attorno.

Questo senso di spaesamento del protagonista pervade anche il lettore che si sente in balia di un'impresa troppo grande per lui, esattamente come il musicista che di volta in volta viene consultato per le questioni più diverse, come se la sua opinione fosse la sola in grado di superare positivamente l'ostacolo in questione. 

In oltre 500 pagine Ishiguro descrive il soggiorno del signor Ryder in città come un'avventura onirica, dove il protagonista scopre di volta in volta qualcosa di sé insieme al lettore. I fatti si susseguono senza una logica apparente e anche i luoghi assumono una connotazione surreale.

Arrivati ad un certo punto della "storia" lo spaesamento iniziale si è trasformato nel punto di forza di questo romanzo. La memoria è il cardine di tutto ciò che accade, sia che si tratti di ciò che lo stesso Ryder non ricorda, sia che si tratti di ciò che gli altri personaggi di volta in volta ricordano e raccontano.

In seguito ho letto La mia sera del Ventesimo secolo e altre piccole svolte, ovvero il discorso tenuto alla premiazione del Nobel per la Letteratura nel 2018: in esso Ishiguro racconta come nella lettura della Ricerca del tempo perduto lo affascinò il modo in cui Proust

"concatenava un episodio all'altro. L'ordine degli eventi e delle scene non rispettava le esigenze cronologiche e nemmeno quelle di una trama lineare. Al contrario, erano fuggevoli associazioni di pensiero o le stravaganze della memoria a condurre la scrittura da un episodio al successivo."

Ecco che  Ishiguro vede un nuovo modo per comporre un romanzo:

"un modo capace di produrre una speciale ricchezza sulla pagina e di introdurre movimenti interni che uno schermo non avrebbe potuto catturare. Se fossi riuscito a spostarmi da un passaggio all'altro seguendo le associazioni mentali del narratore, avrei compiuto un'opera simile a quella di un pittore astratto che scelga di collocare delle forme e dei colori su una tela."

E voi avete letto qualcosa di Kazuo Ishiguro? Cosa pensate delle sue opere?